LE CAVE DI PIETRA DI LUSERNA

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Verso la metà degli anni ’30 del secolo scorso, Angelo Maccagno, classe 1898, angelo nonno degli attuali soci, di professione autotrasportatore, iniziò a trasportare Pietra di Luserna con autocarri dalle cave di Luserna San Giovanni, Rorà e Bagnolo Piemonte verso valle, proseguendo tale attività per circa 30 anni. Il figlio di Angelo, Vincenzo, vincenzoclasse 1938, nel frattempo subentrato al padre nella gestione della Ditta di autotrasporti, nel 1963 chiese ed ottenne dal Comune di Luserna San Giovanni l’assegnazione del lotti di cava n. 2, 3 e 4, allora in stato di abbandono, iniziando subito dopo la coltivazione. La decisione dei precedenti concessionari di abbandonare l’attività di coltivazione era stata dettata principalmente dal tipo di Pietra di Luserna estraibile, caratterizzato da una scarsa fissilità, cioè da una minore attitudine allo spacco naturale. Fin dall’inizio la produzione si orientò quindi sia verso i prodotti a spacco naturale di grande spessore, costituiti da lastroni, mosaicone e pietre da muro sia, soprattutto, verso i blocchi da segagione. La produzione attuale è oggi orientata principalmente verso questi prodotti, a cui si aggiungono i blocchi da scogliera, divenuti nel corso degli anni degli insostituibili elementi per la costruzione di argini di protezione fluviale e di muri di sostegno, in alternativa alle strutture in cemento armato. I metodi di coltivazione hanno subito nel corso degli anni delle lente ma continue modifiche, passando dall’uso congiunto di martelli pneumatici manuali e polvere nera ai tagliablocchi pneumatici su binario ed alla miccia detonante. Verso la metà degli anni ’80 del XX secolo le cave Maccagno sono state le prime ad introdurre la perforazione con martelli idraulici, che sfruttano sia l’impianto oleodinamico che la struttura portante degli escavatori cingolati. Più recentemente, grazie agli ultimi notevoli progressi tecnologici, è stato introdotto il taglio a filo diamantato, che tende a sostituire quasi integralmente il taglio “al monte”, fino ad oggi effettuato quasi interamente con perforazione ad aria compressa. Grazie all’introduzione dell’uso delle malte espansive e degli spaccaroccia idraulici la coltivazione oggi ha ridotto drasticamente l’impiego di esplosivo, con notevole miglioramento sia delle qualità del materiale sia della sicurezza dei lavoratori e dei mezzi impiegati.

 

L'ENERGIA RINNOVABILE

 

La società opera dal 2003 anche nel campo delle energie rinnovabili, con la centrale idroelettrica di Barma Scura, situata lungo la strada di accesso alla cava. L’impianto sfrutta, in concessione di derivazione, l’acqua dei Torrenti Luserna e Mora con una turbina Pelton da 1.650 kW ed un salto di 210 mt. L’attività di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è considerata della massima importanza strategica e la società ha allo studio nuove iniziative, sia direttamente che in partecipazione, in Italia ed all’estero.

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